Voi che siete uomini sotto il vento e le vele non regalate terre promesse a chi non le mantiene....
Rimini - Fabrizio De André
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13 Giugno Ieri pomeriggio sono arrivato con largo anticipo a Kalamata. L'aereo è arrivato puntuale e i miei amici tedeschi, Leo e Margot, mi stavano già aspettando all'aeroporto. E' stato molto gentile da parte loro offrirmi un passaggio da Atene. Loro vivono e lavorano ad Atene. Abbiamo potuto fare una chiacchierata e scambiarci qualche informazione in più su di noi. Hanno un figlio e una figlia, il primo lavora in Bulgaria e fa lo stesso lavoro del padre (impianti eolici) e la figlia vive a Chicago. Direi che a casa propria non ci rimane più nessuno!! A Kalamata siamo anche andati insieme al supermercato dove io ho potuto fare Cambusa per i prossimi giorni. La barca l'avevo già preparata l'altra volta. Sono potuto quindi partire subito questa mattina, alla solita ora,alle 6. Quando sono in barca, mi piace partire presto. Il caffè, una sciaccuatina al viso, si accende il motore e si parte. La natura offre scenari bellissimi all'alba, e li riserva proprio a coloro che riescono ad svegliarsi presto. In Grecia poi, la mattina è il momento dove il vento è più debole: la partenza non da mai problemi. Man mano che si avvicina mezzogiorno il vento arriva, e anche oggi mi è venuto in aiuto. Rotta per la bellissima baia di Porto Kaio. Tappa obbligata se da Kalamata si vuole andare verso oriente. E io questa volta lì voglio andare. Questa volta siamo parecchie barche in baia. Sono stato altre due volte a Porto Kaio ma eravamo solo due barche, questa volta siamo 8 o 9 barche.Ci sono un po' tutte le bandiere d'europa: Inglesi, tedeschi, Francesi ...
Nonostante fossi da solo, l'ancoraggio è riuscito benissimo nonostante il poco spazio. I solitari devono affinare queste tecniche, ed è quello che sto cercando di fare durante le mie navigazioni qui in Grecia.
Al centro, Iside ancorata a Porto Kaio
14 Giugno A meno che si sia molto fortunati, il capo Maleas può essere affrontato in un solo modo: cerata, tormentina e un po' di pazienza. Se si vuole vedere anche lo splendido panorama che offre la natura in questi posti selvaggi bisogna tener conto che il panorama verrà arricchito da un gusto un po' salato! Sapevo di dover affrontare il capo Horn del mediterraneo e quindi sono partito molto presto, alle 5. Sul golfo di Laconia vi era subito un vento gradevole da nord est attorno ai 10-15 nodi. Ho scoperto un piccolo strappo sul fiocco che dovrò riparare. Non ho idea di come sia potuto succedere. L'ho riavvolto e ho armato la tormentina. Anche la randa per precauzione ha una mano di terzaroli che diventeranno due tra un paio di ore. Già prima del faro, a nord dell'isola di Kitera, la prima doccia salata: ok, è ora della cerata!
Dopo quattro ore di vento con raffiche che superavano i 30 nodi si poteva dire doppiato il capo Maleas. Come per incanto, già dopo poche miglia tutto torna alla normalità. Arrivo a Monenvasia alle 6 del pomeriggio. Monenvasia è anche il nome di un vecchio vitigno coltivato da queste parti del Poleponneso e che ci è stato tramandato. Noi lo chiamiamo Malvasia. Così son tre i vitigni che ci vengono dalla Grecia: Greco, Aglianico e Malvasia. Venendo dal mare, l'isola con il borgo di Monenvasia è qualcosa che fa dimenticare in un attimo la fatica della mattinata. E' veramente uno spettacolo. Ho deciso di rimanere domani qui per godermela tutto il giorno. Poi deciderò se proseguire per Milos, dove mi dicono che c'è vento forza 8 - 9 oppure farmi il giro del golfo di Argolico che come dicono i portolani, ha dei tesori nascosti. Ma soprattutto il vento sarà forza 5 - 6. Decisamente più adatto alle mie vele.

Faro di capo Maleas.
Iside ormeggiata all'inglese. Sullo sfondo l'isolotto Monenvasia

15 Giugno Il vento è talmente forte che nel porto si creano onde che urtando la barca mi hanno svegliato. Tutto il giorno è andato avanti così. Il gommone che avevo tirato sulla banchina per non farlo urtare contro la barca l'ho trovato capovolto, la bicicletta stesa per terra che per poco non va in mare. Avevo già pensato di modificare il giro andando su verso il golfo dell'Argolide, visitando l'isola Spetsai, Navplion, la prima capitale Greca, e Porto Cheli. Ci sono però due motivi che mi fanno propendere ancora per Milos. Il vento durerà, anche se con minore intensità, a provenire da Nord e quindi la rotta per il golfo dell'Argolide mi vede esattamente contro vento. La rotta per Milos è invece esattamente 85 gradi e quindi avrei il vento al traverso. Vedremo domattina.
I solitari in giro per il mondo non prendono mai il caffè da solo. Sono stato invitato da Enza e Jeff a prendere il caffè sulla loro barca. Abbiamo parlato delle nostre esperienze. Lui un inglese australiano e lei una italo australiana, da otto anni girano per il mondo vivendo in barca.
Nel pomeriggio ho visitato il borgo di Monenvasia. Le foto danno conto della bellezza di questo posto. Si tratta di una stratificazione di civiltà. Ellenica, Bizantina e Veneziana. La passeggiata porta fino in cima all'isola dove si trova il Castello, qui giustamente chiamato Kastro. Alcuni punti sono perfino pericolosi in quanto senza parapetti si affacciano su delle pareti alte centinai di metri. Almeno i bambini occorre tenerli per mano e non farli scappare!
Vista all'ingresso del borgo MonenvasiaIn basso il borgo, salendo verso il castelloChiesa di Santa Sofia, nel castello. Lo Strapiombo al lato.Stradina di artigiani nel borgo di Monenvasia
16 Giugno Ieri sera si avvicina alla mia barca un pescatore del posto che sapeva farsi capire con quel po' di inglese che conosceva. Dopo avermi aiutato a sistemare bene i parabordi, gli chiedo se aveva info sul vento. Lui mi fa: "Ascoltando i metereologi dovrebbe calmarsi ma se devo dare retta ai miei occhi direi di no", indicandomi dei piccoli cirri di alta quota sfilacciati che si trovavano verso nord est. Dopo queste parole, dette da uno che ne sa più di windfinder.com, ho deciso di non rischiare di star fermo a Milos o Ios e di non poter rientrare. Ho pensato mi vado a godere dei posti bellissimi nei due golfi di Laconia e di Messinia, tanto le cicladi non scappano! Mentre stavo preparando la partenza con i soliti 20-25 nodi che mi spingevano di traverso sulla banchina, che fortunatamente ha uno spesso rivestimento di legno senza bulloni sporgenti, ecco arrivare Jeff. Nessun solitario lascia un porto senza essere salutato da un altro marinaio e ovviamente senza il suo aiuto. I parabordi hanno rotolato parecchio finche la barca con il suo abbrivio e riuscita a staccarsi. Ho detto a Jeff: "Spero di incontrarti in un qualche posto al mondo bello come questo" E lui quando mi ha visto concludere la manovra mi ha urlato un "Beatyfull". Il vento mi spinge ed è sufficiente la tormentina, regalatami da un altro amico marinaio incontrato nella mia vita, a farmi navigare a sei nodi. Sopporto volentieri anche il forte rollio che provocano le onde al giardinetto. L'impressionante capo Maleas questa volta con il vento al gran lasco non è un broblema. Alle tre del pomeriggio stavo gia ancorato comodamente, ma sempre con lo stesso vento, davanti alla baia Phrangos dell'isola Elafonisos. Questo è il posto più invitante per fare il bagno che mi ricordi. Ne voglio fare tanti e mi starò fino a dopodomani mattina quando partiro per Koroni. Il mio vicino tedesco mi ha detto che è molto carina. Vedremo. Il borgo di Monenvasia vista dal mareParete di capo Maleas, il portolano dice che sia alto sui 400 metriParete di capo Maleas, il portolano dice che sia alto sui 400 metri
17 Giugno Elafonisos, che trradotto significa 'isola dei cervi', è un'isola con un piccolo paese di pescatori che si trova sulla parte opposta della baia dove mi trovo io. Per il resto sono solo bellissime baie con spiagge che invitano al bagno. A proposito, girando un pochino non ho visto alcun cervo, solo qualche mosca. Cito testualmente Alfredo Giacon nel suo libro "Magico Egeo": "Non esagero quando dico che le spiagge di finissima sabbia bianca di Elafonisos non hanno niente da invidiare alle spiagge caraibiche."
Cito ancora testulamente Rod Heikel nel suo portolano della Grecia edito da Imray: "The attractions of all these anchorages are wonderfull sandy beaches and traslucent water in deserted surroundings"
L'isola offre almeno tre baie dove fermarsi. Nalla baia Frangos dove mi sono fermato io due notti c'è un silenzio da far saltare i timpani. Fortuna un po' di rumore di mare e il vento che da queste parti non manca mai. Ieri notte eravamo 5 barche in questa baia dove ce ne starebbero comodamente 15 e questa notte siamo solo due barche. Le meraviglie della Grecia sono riservate a poche persone. Che fortuna ho io a far parte di loro!
Intanto anche questa sera il tramonto è di color rosso fuoco e poi so, che tra un paio di ore potrò individuare il gran carro su nel cielo.
Domattina mi aspetta una lunga navigazione (circa 70 miglia) per arrivare a Koroni, dove tra l'altro devo fare anche qualche rifornimento alla cambusa, che mi sta finendo tutto! Qui a terra non c'è niente, C'è solo un bar aperto durante il giorno e che mette un po' di sdraio per i bagnanti del posto e qualche straniero che arriva con il camper. Ci sono anche dei bidoni per l'immondizia, e ovviamente i navigatori che arrivano ne possono approfittare.
Iside alla ruota
18 Giugno Salpato l'ancora alle 5 e 30. Una barca sta arrivando in baia con le luci di via. Prenderà il mio posto. Chissa da dove arriva. Il vento non ci lascia neanche di notte. Quindi isso immediatamente la randa. Sarà l'unica vela che userò oggi. Il fiocco è leggermente infortunato e non voglio complicare le cose forzandolo a lavorare. Non mi va di armare la tormentina, oggi sono troppo pigro! Per parecchie ore la randa ce l'ha fatta da sola a portare circa 6 nodi. 25 nodi al gran lasco è sufficiente solo la randa. Quando Eolo si prende un intervallo di riposo accendo un po' il motore. Alle 6 sono ancorato a Koroni. Non al porto dove il fondo è pieno di pietre. Il mio amico tedesco Leo, vicino di barca a Kalamata, ha dovuto immergersi per staccare l'ancora. Appena dietro il promontorio sul quale fu costruito la fortezza di Koroni c'è una spiaggetta ridossata da Nord. Considerato lo scarso riparo che anche il porto offre, preferisco la spiaggetta che con il suo fondo di sabbia è una garanzia per l'ancora. Tempo di scendere, comprare il latte per domattina e mangiare un po' di agnello in una delle tante taverne affacciate sul porto e torno in barca. La stanchezza comincia a farsi sentire. Iside ancorata sotto il promontorio sul quale si trova la fortezza
19 Giugno Nonostante un rollio fastidioso, dovuto ad un'onda lunga generata chissà dove verso Est, ho dormito abbastanza bene. Si vede che ci sto facendo proprio l'abitudine a dormire in tutte le condizioni nella mia isola felice.
Dopo colazione voglio fare un giro nella fortezza di Koroni. Di fianco alcune foto. Non si può dire che Koroni sia bellissima. Si tratta di un paese tipico del Poleponneso occidentale. La vita commerciale e turistica, ma direi anche quella lavorativa, visto che l'attività prevalente è la pesca, girano tutte intorno al porto. Dietro, in seconda fila ci sono le case piccole a schiera. In queste stradine la sera sembra di essere in un paese del meridione d'Italia 40 anni fà. Ma penso ciò avveniva anche in molte località del centro. Si tira fuori la sedia fuori dall'uscio di casa e si chiacchiera con i vicini che nel frattempo hanno fatto altrettanto. Mi chiedo: "Ma non hanno la televisione?", quell'aggeggio che ci tiene a noi italiani, e non solo, segregati ognuno a casa sua a guardare niente po' po' di meno quiz dove si regalano soldi!. Beati loro, non sanno di essere fortunati!
A mezzogiorno sono già in barca con la spesa per i prossimi giorni.
Oggi voglio raggiungere Metoni, sono circa 20 miglia. Bisogna scendere fino a capo Akritas e poi risalire una dozzina di miglia. Alle 6 sono ancorato nella apposita zona di ancoraggio davanti al porticciolo dei pescatori di Metoni. Per arrivare qui, la solita veleggiata con la sola randa. Con le varie andature non sono riuscito a superare 4 nodi. Tre miglia prima della destinazione ho dovuto accendere il motore. Il vento alla fine ha avuto il piacere di venire proprio di fronte a me!
Come balconcino per la colazione, niente male?Passeggiando per la fortezzaPasseggiando per la fortezzaPasseggiando per la fortezza! Ma Iside se ne va da sola?Scendendo nel paese venendo dalla fortezzaLa flotta dei pescherecci di Koroni!
20 Giugno Questa mattina una sveglia comoda e una ricca colazione. Decido di salpare l'ancora e fare una piccola veleggiata verso l'Isola della Sapienza che dista da Methoni appena 5 Miglia. So che lì c'è una baia solitaria e sicura che mi aspetta, la baia si chiama Porto Longos. Una volta raggiunta la baia mi ancoro sul lato Nord e decido di fermarmi qui fino a domattina, domani tornerò a visitare Methoni. L'isola della Sapenza è molto verde ed è disabitata. E' lunga 3,5 Miglia e nel punto più largo misura un miglio e mezzo. Tra le foto ho messo anche una piantina dell'isola.
La baia è comunque molto bella e l'acqua molto pulita.
Ovvio che sarà una giornata di bagni, letture e riposo in totale solitudine. Alcune persone non amano stare sole in un posto senza poter parlare con qualcuno. Anche io preferisco stare in compagnia. La navigazione solitaria non è la mia preferita ma non ne faccio un problema più di tanto. Vivere in barca in compagnia è senz'altro più piacevole, ma che siano le persone giuste però, altrimenti è meglio soli.
A nord e a sud dell'isola vi sono due fari. L'unico visibile dalla baia è quello a sud. E' molto alto e quindi deduco che ha una lunga portata. D'altra parte a sud dell'isola la prima terraferma è la Libia e quindi si tratta di un riferimento importante. Sarà lui l'unico a tenermi compagnia questa notte. E' inutile dire che con un silenzio totale e la barca ferma, dopo l'ultima chiacchierata con le stelle, alle 10.30 sono già nelle braccia di Morfeo. Il faro non dà nessun fastidio in quanto l'angolo di visibilità esclude la baia.
Porto Longos nell'Isola della SapienzaIside nella Baia Porto Longos vista verso NordIside nella Baia Porto Longos vista verso SudIside nella Baia Porto Longos vista verso EstIl cielo al tramonto del 20Il cielo al tramonto del 20Il cielo all'alba del 21: Magica Grecia
21 Giugno Svegliarsi la matitina a Porto Longos è come svegliarsi su un lago. Infatti la prima cosa che ho fatto è salire sul tender e a remi girare la baia deserta. Ho intravisto vari pesci e ho scandagliato con gli occhi il fondale. Ho letto che sotto, si trovano numerosi reperti archeologici. In questa baia è nato nel 1996 il primo parco archeologico subacqueo della Grecia. Tornato da Iside ho preparato tutto per la partenza. A presto Porto Longos, come potrò dimenticarti! Arrivo con largo anticipo rispetto all'ora di pranzo a Methoni. La parte più interessante di Methoni è la lingua di terra che ospita la torre turca e il castello veneziano. I veneziani chiamavano Methoni e Koroni, i due occhi della repubblica. Del castello rimane molto poco tranne le mura che lo circondavano. L'ingresso è dalle 10 del mattina alle 8 di sera. La rotta per oriente passava ovviamente da queste parti. Methoni viene menzionato già da Omero come una località ricca di ottimo vino! Vino che fu apprezzato anche dai veneziani. Ancora oggi nell'hinterland ci sono vigneti di una certa importanza. L'ancoraggio si trova proprio davanti le mura del castello e della torre. Entrambi sono illumiati. Passare una serata qui davanti è veramente una bella esperienza. Ingresso al castello venezianoPasseggiando all'interno del castelloUscendo dal castello si vede la torre turcaDal castello in fondo si vede Iside
22 Giugno Questa mattina una bella veleggiata con 18 nodi al lasco/traverso ci porta verso Petalidion, un paesino a 9 Miglia da Kalamata. Sì, Iside la sto portando a casa sua. Petalidion non sembra aver niente di interessante tranne un bel mare e una spiaggia per fare un bagno. Un po' il forte vento, un po' la pigrizia, alla fine non scendo nemmeno a terra. Pausa pranzo, riposino e pausa riflessioni e poi salpo l'ancora per fare rotta verso la marina di Kalamata! Dove arrivo alle 19 circa. Domani e dopodomani avrò un sacco di cose da fare. Tutti i preparativi per lasciare Iside due mesi finchè la rivedrò. Farò in modo che si possa ripartire senza perdere una giornata a Kalamata. Dovrò risolvere il problema al fiocco, sistemare il lavandino, ricomprare un parabordo perso durante la navigazione attorno a capo Maleas, rifare il pieno di gasolio che nonostante il vento si è ridotto un bel po'. Tutto il giro è stato di 245 Miglia. La cartina mostra in dettaglio i posti raggiunti. Iside ancorata al largo di Petalidion per la pausa pranzo
24 Giugno Check list per domattina:

Staccare cavo 220 - staccare le batterie.
Lasciare frigo aperto.
Chiudere tutte le prese a mare (tranne quella del motore).
Chiudere tutti gli oblò e il passauomo.
Buttare l'immondizia.
Chiudere gas, anche la bombola.
Fissare passerella.
Chiudere a chiave gavoni e barca.
Controllo cime ormeggio.
Salutare Iside e chiamare il taxi senza pensarci. Tutto passa, VFC.

A presto Iside