“Come si fa a spiegare il mare a chi lo guarda e vede soltanto l'acqua.”
(Anonimo)


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Samos

6 Aprile - 18 Aprile

Quest'anno dovevo arrivare il 29 Febbraio da Stoccarda. Per problemi di salute sono stato costretto a rimandare la partenza per Samos al 6 di Aprile. Delle due prenotazioni dei voli sono riuscito a recuperare quello dell'Olimpic da Atene a Samos. Riesco a spostarlo a domenica 7 aprile ad un solo euro, però prendendo il volo del mattino alle 7.30. Sono pochi i passeggeri che hanno interesse ad andare a Samos a quest'ora. Questo mi ha permesso di scoprire che volare il pomeriggio da Roma è molto più rilassante. Per voler fare tutto in giornata, come ho sempre fatto, occorre partire da Grottammare con il pullman alle 2 di notte. In pratica senza dormire. Scegliendo il volo del pomeriggio da Roma, si risparmia su entrambi i voli perché costano di meno, e il risparmio può essere speso per una camera in b&b a Spata. quindici minuti dall'aeroporto di Atene. Io ho prenotato da NN Rooms per 55 euro. Il titolare, con una modica spesa aggiuntiva, ti viene a prendere all'aeroporto e la mattina seguente ti riporta indietro.
Peccato che abbia scoperto i vantaggi di questa opzione solo adesso. Il volo è di solo andata! Rientrerò a fine maggio in barca, portandola a Brindisi.
Già domenica inizio a preparare la barca per lasciare il Marina. Come sempre, prima dell'inverno ripongo vele e cime in cabina, lasciando la barca il più 'svestita' possibile. Quindi occorre riarmare tutto. Quest'anno non ho grandi lavori da fare. Dovrò fare carena eliminando un po' della vecchia antivegetativa e dando due mani della nuova, e sostituire gli anodi sacrificali. Martedì mi aspetta Aris nel suo cantiere di Karlovassi. Anche il vento non sembra male martedì. Prima di andare via passo in ufficio a saldare il conto. Il contratto annuale scadeva il 29 Marzo. Sarebbero nove giorni di ormeggio giornaliero. Invece no. Il responsabile mi dice che posso andare! otto giorni in più otto in meno, non dice niente. L'ospitalità dei greci. Proprio non vogliono farmi andare via! Arrivo all'invaso di alaggio alle due del pomeriggio. Trovo ad attendermi il mio amico Joerg, il tedesco solitario che vive in barca a Karlovassi. Vedo che sta lavorando nel cantiere di Aris. Mi ha detto per due mesi, in questo periodo di lavoro intenso stagionale. Verrò poi a sapere che Lefteri, il signore che l'anno scorso ha fatto il lavoro importante alla carena si è infortunato e ha subito un intervento alle vertebre. Ne ha avuto per due mesi e ne avrà almeno per un altro mese. La sua mancanza in cantiere si sente e quindi Joerg è proprio una scelta necessaria. Joerg è uno che ha pochi soldi e quindi per lui è un'ottima occasione per rimpinguare la cassa. Una volta alato è lui che fa il lavaggio della carena. Ottimo lavoro. Lui si occuperà anche dell'antivegetativa. Io penserò all'elica, gli anodi e la pulizia/lucidatura delle murate. Insomma, pensavo di star fuori molto di più e invece nel giro di una settimana sono pronto per tornare in acqua. Rimango ancora un paio di giorni nel piccolo marina che Aris sta allestendo nell'angolo ad est del porto. Per il momento devo dire che per venti da sud si alza tanta polvere e per venti da nord entra una scomoda risacca. Aris mi dice che con i lavori che ha intenzione di fare le cose miglioreranno. Lui ha 65 anni, ma da quando suo figlio è entrato in azienda, sembra aver ripreso un buon spirito imprenditoriale. Il tempo ancora ha caratteristiche primaverili. Prevalentemente bello ma con incursioni di piccoli cicloni da sud est. Penso che avrò la seconda metà di aprile dove per navigare senza disagi ci saranno solo delle piccole finestre. Per andare via da Karlovassi questa prima finestra è proprio venerdì 19 aprile.

Iside ormeggiata a Pitagorio. Il mio arrivoIside sta fuori una settimana per i necessari lavoriIl varo da Aris dopo i lavori. Sempre un'emozioneIside ormeggiata nel piccolo marina di Aris Karlovassi

Evdilos

Ikaria

19 Aprile 21 Aprile

Da Karlovassi a Evdilos sono 25 miglia. La giornata, come previsto, inizia con poco vento. Volevo arrivare per l'ora di pranzo, prima che il previsto vento forza 6 nel pomeriggio venisse a complicare la mia manovra di ormeggio in solitaria. Si tratta pur sempre della mia seconda navigazione del 2024 e quindi bisogna riprendere il piede marino. Solo nel corridoio tra Samos e Ikaria riesco a spegnere il motore e proseguire con una pura e divertente veleggiata. Iside tutta pulita naviga molto bene. Riesce a prendere i 6 nodi senza sforzarsi troppo. Il vento viene da sud e quindi abbiamo anche una efficace andatura tra bolina larga e traverso. Dopo tre ore siamo già al ridosso della torre di Drapanon all'estremo est dell'isola. Il vento crolla e arrivano le prime nuvole. Dopo un po arriviamo nel porto di Evdinos. Il porto negli ultimi anni ha subito importanti lavori. Il molo di sopraflutto è stato esteso ampiamente. All'interno del porto è stato realizzato un'altro molo che protegge ancora di più le piccole barche dei pescatori. All'esterno di questo c'è posto per tre quattro barche da diporto. Le bitte sono numerose e quindi più che sufficienti. Non vedo nessuno. Quindi preparo la manovra di avvicinamento con le due cime pronte da portare a terra. Il solito salto e in cinque minuti la barca è ormeggiata. La guardia costiera arriva solo dopo che io abbia finito di sistemare la barca. Non sia mai avessi bisogno di un aiuto. Mi ha chiesto i vari documenti che diligentemente fotografa con il telefono. Non si paga nulla. Per la corrente elettrica mi arrangerò con quel poco che possono fare i miei pannelli fotovoltaici, visto che di sole, sembra, ce ne sarà ben poco. L'acqua invece c'è. Starò qui a Evdilos almeno tre notti, i prossimi due giorni non promettono niente di buono. Sabato pioverà a dirotto fino a mezzogiorno e domenica il vento sarà teso da sud ovest tendente a ovest. Onde a prua, no grazie. Farò due passi qui nei dintorni e sistemerò alcune cose in barca. E alla fine, tra l'espresso mattutino e il bicchiere di vino bianco pomeridiano, troverò anche il tempo per il supporto ai miei clienti. .

Il piccolo borgo di Evdilos visto dalla barcaCi sono ancora poche persone al molo interno di Evdilos

Tinos

22 Aprile 23 Aprile

Non succede quasi mai di poter attraversare l'Egeo senza vento. In genere il vento viene da nord. Oggi è previsto da sud est. Inizialmente sarà a livello di brezza, ma verso mezzogiorno raggiungerà come previsto forza 6/7. Comunque, accompagnerà me e Iside, visto che dobbiamo tenere rotta verso ovest, leggermente girata a sud. Per non rendere la navigazione scomoda per troppo tempo, decido di uscire dal porto di Evdilos in notturna, alle sei del mattino. Infatti durante la mattinata la randa ha aiutato il Volvo Penta a fare sei nodi.Verso mezzogiorno ho dovuto prendere ben due mani di terzaroli e a motore spento si volava, un po' sbattutelli, ma sempre sui sei nodi.
Non ero mai stato a Tinos, quindi il porto non lo conoscevo. Affrontarlo con 25 nodi di vento e un traghetto che mi viene dietro perché vuole entrare anche lui. D'altra parte sono arrivato prima, che faccio, aspetto fuori? Il problema maggiore è che nel porto interno, nel molo riservato al diporto, non fanno mettere all'inglese. Solo il giorno dopo capirò il motivo. Con vento forte si creano onde alte che superano agevolmente l'altezza del frangiflutti. E per questo motivo e per altre vie, si forma una risacca forte che circola nel porto. Avrei distrutto la barca. Invece allontanando la barca dal molo non si urta la poppa sul molo e quindi ci si salva. Ma purtroppo si sta tutto il giorno in barca senza scendere! L'addetto intervenuto per darmi una mano mi ha chiesto di mettere l'ancora, alla greca. Prima di poter dare le mie cime di poppa al ragazzo ho dovuto dare fonda tre volte. Per due volte non mi bastava la catena. Le motivazione erano: volevo mettere il più catena possibile, viste le condizioni, ho cinquanta metri di catena, l'ancora Rocna prende immediatamente senza arare (prima avevo la delta che per 5/6 metri veniva trascinata), il fondo fangoso è a presa diretta. Il problema è che recuperare per due volte la catena, da solo, si mette a dura prova il salpancora. Comunque alla fine nonostante i 25 nodi al traverso con rafficucce di contorno, la barca viene ormeggiata alla perfezione. Il giorno dopo è previsto anche vento più forte sempre al traverso, ma io sono tranquillo.
Addio atmosfera unica delle Sporadi. Tinos è la sorella di Mikonos, che le sta di fronte, e quindi business oriented. La voglia di far soldi si respira ovunque. File di caffè, teverne, negozi, souvenir, vicoli curati e tirati a lucido. Prezzi molto alti. Tanto per fare un esempio: un bicchiere di vino bianco che a Karlovasi costa 3 euro, a Evdilos 2.50 Euro, a Tinos chiedono 6.50 Euro. E la quantità nel bicchiere è meno della metà. Tinos è una slot machine! Per il resto è molto carina anche se con una certa presenza importante di calcestruzzo. Tanti residence e studios ovviamente.

Il passaggio dall'altra parte dell'Egeo non è mai a motoreIside ormeggiata nel precario porto interno di TinosLe vie interne di Tinos già pronte ad accogliere i turisti

Loutra Kythnos

24 Aprile 26 Aprile

Mi sveglio presto mercoledì mattina. Durante la notte il vento crolla. Ma nel pomeriggio sembra riprendere pur rimanendo con forza accettabile, ma da ovest. Quindi alle sette lascio il, poco tranquillo, porto di Tinos. In Grecia non sanno cosa sia la nebbia, ma questa mattina c'è una bella foschia in giro. Forse la visibilità è meno di un miglio. Sembrava volesse alzarsi un filo di vento da sud. Provo ad issare la randa, ma niente. Si torna al semplice vento apparente della barca in movimento. Ammaino la randa! Il tutto è semplicemente servito a togliere le due mani di terzaroli che sono servite l'altro ieri.
Dopo 35 miglia arrivo con motore e calma di vento a Loutra sull'isola di Kythnos. La baia con in fondo un porticciolo, mi piace molto. Poche case fanno da cavea del teatro dove il palcoscenico è la baia con il mare. Decido di mettermi all'interno del molo all'inglese come Heikel consiglia nel suo portolano. C'erano delle persone che facevano dei lavori su una barca, ma visto che non cera vento, faccio da solo. Porto le due cime a terra e mi lego a due bitte. Più tardi il molo si riempie, ci sono già diverse barche in giro per le cicladi. Viene a farci visita anche la responsabile del porticciolo che mi vende una scheda da 10 euro e con quella carica la colonnina del credito per il consumo di acqua e corrente.
Una taverna ha già aperto e tutte le altre stanno aprendo. C'è già un gran da fare per pulire e sistemare i locali. Vado ben due sere nella taverna aperta. La prima sera prendo il polipo alla griglia su letto di fava greca con insalata. Quantità esagerata e qualità discreta. La seconda sera vado per i calamari fritti, qualità mediocre. Le due giornate passano tra qualche telefonata o e-mail di lavoro e lunghe camminate alla scoperta di panorami e scorci che qui incantano anche le persone più esigenti. Fuori dalla baia imperversa un vento forte che però già venerdì si calma molto. Si potrebbe anche andare ma si tratta di un vento moderato che viene da nord ovest. Meglio aspettare quello proveniente da nord dopodomani. La sera prima vado anche a pagare i tre giorni di ormeggio, che devo dire è stato molto tranquillo. Il prezzo è accettabilissimo 19,50 euro per tre giorni.

Iside ormeggiata al lato interno del molo di LoutraLa vista di Loutra che abbraccia il porticcioloCamminando per Kythnos vicino Loutra

Nea Epidauro

27 Aprile

4 Maggio

Visto che le miglia sono tante, oltre 65, che mi separano dalla prossima destinazione sul Peloponneso, parto appena giorno. Fortunatamente la prima ora passa senza vento. Si trattava di salire circa tre miglia per raggiungere la punta Kefalos per poi poter virare verso ovest. Superato il quale,si alza il vento che si mantiene vivace fino al golfo di Saronico e mi permette di spegnere il motore e procedere a vela in maniera spedita per una quindicina di miglia. Passato i quali, il vento si indebolisce per poi fermarsi completamente. Questa calma di vento mi permette di apprezzare l'avvicinamento al Peloponneso, i suoi verdi paesaggi e le sue colline.
Ero indeciso se andare a Nea Epidauro oppure all'antico Epidauro. Alla fine entro nel primo. L'idea di ormeggiare a ridosso di un lungomare trafficato e rumoroso non mi attraeva più di tanto. Infatti il piccolo porticciolo di Nea Epidauro è molto tranquillo anche se vi sono meno servizi. Grazie poi alla mia bicicletta riesco a raggiungere comodamente un supermercato sulla vicina nazionale, molto fornito. E anche un benzinaio per prendere una tanica di gasolio. Martedì son potuto andare a visitare l'area archeologica dove si trova il famoso teatro di Epidauro. Devo dire molto emozionante. Salire fino in alto alla gradinata è impressionante. Se si sta a Epidauro, l'unico modo per visitarlo è farsi accompagnare da un taxi. In pratica ci si mette d'accordo per il tempo che si vuole impegnare per la visita e il prezzo. Tipicamente prevedono un'ora e il prezzo è di 50 euro per andare e tornare. Io ho chiesto di poter stare due ore e mi è costato 55. Devo dire che vale molto la pena anche farsi un giro per tutta l'area fino al santuario di Esculapio..

Alba alla partenza di Kythnos per raggiungere il golfo di SaronnicoVista su Nea Epidauro e la sua piana di agrumetiAppena tornati dalla lunga pedalata per una tanica di gasolioIl mitico museo di EpidauroIside ormeggiata a Pitagorio. Il mio arrivo

Canale e golfo di Corinto

Kiato

Lepanto

Golfo di Patrasso

Cefalonia

5 - 7 Maggio

Il canale di Corinto apre il primo maggio dopo un periodo di chiusura per lavori di manutenzione. Adesso è possibile riservare un passaggio e pagare anche tramite sito web del canale. Io avevo prenotato un transito per il 4 maggio al prezzo di 130 euro. Purtroppo il vento nel golfo sarà proibitivo il 4, quindi chiedo all'autorità del canale di poter spostare il transito al 5 di Maggio. Così il 5 a mattino lascio Nea Epidauro. Il vento fuori dalla baia è più forte del previsto e viene da nord. Ad est si vedono addensamenti nuvolosi poco simpatici. Ma io dovrò andare verso ovest. Nonostante il tempo avverso riesco a raggiungere l'ingresso del canale nel tempo previsto. Dopo uno scambio di comunicazione con la torre di controllo ottengo il via libera ad entrare. Il canale l'ho attraversato altre due volte, sempre in solitaria. Il passaggio è a senso unico alternato. In genere si forma una carovana di barche che procede in fila. Questa volta ero l'unica barca e quindi il canale lo vivrò a tu per tu. La lunghezza è poco più di tre miglia. Passare tra due pareti come quelle è sempre un'emozione particolare.
All'uscita mi aspettava ancora tanto vento, che nel giro di un'oretta si calma come era previsto. L'ormeggio all'inglese, al riparo del molo frangiflutto del porto di Kiato, non presenterà problemi.
Oggi è Pasqua in Grecia. Volevo andare in taverna questa sera, ma è tutto chiuso! Tranne i tanti bar pieni di gente che consuma dolci. I greci ne fanno un uso esagerato, ma il giorno di Pasqua vanno oltre ogni misura. Per fortuna trovo un forno/pasticceria aperta che aveva ancora un paio di pagnotte di pane. In questo modo con quello che ho in barca riuscirò a preparare una bella cena.
Il canale di Corinto è un po’ bizzarro. Non sono mai riuscito a farlo senza vento forte! E' lungo e ha alte colline sui lati. Quindi si forma un imbuto dove basta poco vento all'esterno per provocare un finimondo all'interno. La mattinata dovrebbe passare con vento calmo ed è per questo motivo che esco dal porto ancora a notte fonda. Le prime 40 miglia passano con calma di vento. Ma a 8 miglia da Lepantò cambia tutto in cinque minuti. Vento oltre i 20 nodi, onda contro, acqua salata in barca e 3 nodi di velocità. Vento che non si calma nemmeno dentro al porticciolo di Lepanto. Fortuna che il fondo per l'ancora è ideale e che il signore di un'altra barca viene ad aiutarmi a passare le mie cime. Finito le operazioni di ormeggio, scendo a terrà per farmi una lunga camminata e riprendermi dallo sballottamento subito nelle ultime tre ore di navigazione. Rientro in barca dopo cena per farmi una breve ma profonda dormita.
Domani c'è calma di vento nell'altro golfo, quello di Patrasso, e anche se a motore voglio attraversarlo per raggiungere Cefalonia. Voglio raggiungere Agia Eufemia, La seconda baia della mia prima volta in Grecia nel 2006. Il porticciolo di Lepanto è detto il più bello del mediterraneo. Sembra di entrare in un castello. Ma dentro è molto piccolo e molto trascurato. L'ho trovato molto più abbandonato a se stesso rispetto a sei anni fa quando sono andato in Egeo.
Le miglia sono tante, quindi sveglia di buon'ora e uscita dal porticciolo al crepuscolo. Dopo un paio di chiamate al controllo traffico di Rion, ottengo istruzioni e permesso di transito sotto l'omonimo ponte. Si, perché ti fanno chiamare a cinque miglia, poi a tre miglia e poi a un miglio dal ponte! Per dire le stesse cose. Passato il ponte, la navigazione procede senza intoppi fino allo stretto di Itaka. Quando si alza un ventaccio che rende scomoda la navigazione. Raggiungere il fondo della baia di Santa Eufemia ci vorrà più tempo del previsto. Il signore responsabile del molo attracchi mi racconterà che ormai sono parecchi giorni che fa così. Alle quattro si scatena il putiferio per calmarsi verso le sei! Non senza qualche piccola apprensione riesco dare fondo all'ancora e raggiungere il molo per legarmi con le solite due cime di poppa. Rispetto al 2006 la baia è un po’ cambiata. La quantità di cemento in più non è esagerata. Ma tutto l'approdo è stato ingrandito. Molte più barche, anche in questo periodo primaverile.
Il passaggio nel canale in solitariaL'uscita dal porto di Kiato in notturnaIl passaggio sotto al ponte di RionIside ormeggiata a S. Eufemia - Cefalonia

Marina di Levkas

Lakka (Paxos)

Brindisi

8 - 14 Maggio

Dopo una bella dormita riposante lascio la bella baia di Santa Eufemia. Il vento è quasi assente, Poche barche in giro. Ma per me che vengo dalle Sporadi orientali, mi sembra già un bel traffico. Entro nel canale di Levkas verso le due e mezzo. Devo dire che hanno sostituito tutte le boe. Ho lasciato una situazione più fatisciente nel 2017. La sorpresa più grossa però mi attende negli ufficio del marina di Levkas. Per quattro notti ho pagato per la mia Iside lunga 9.61 mt ben 330,00 Euro. Fatta eccezione a Lipari in agosto non ho mai pagato così tanto! 80 euro a notte! In questo modo vengono solo i ricchi pensionati tedeschi e le grandi società di charter. E a Lefkas ce ne sono tante di società di charter.
Io dovevo riempire tre taniche di buon gasolio, trovare una bombola del gas e soprattutto volevo parlare con un rigger della Waypoint. Questa azienda, tra l'altro, è dealer e support center Selden. Volevo chiedere info e prezzi per la sostituzione delle manovre fisse di Iside. Il tecnico è venuto sabato mattina come promesso, ha ispezionato e misurato quello che gli serviva. Abbiamo parlato un po' e poi mi manderà l'offerta. Per la sostituzione del sartiame, che comprende anche strallo e paterazzo, occorre tirare giù l'albero. E mi ha detto che si può fare anche nello Yard di Cleopatra. Però li vogliono che venga alata la barca. A me andrebbe bene, anche perché lo farei insieme ai soliti lavori annuali alla carena.
Domenica mattina lascio Lefkas per andare ad ancorarmi nella baia Lakka. Una baia bellissima a nord dell'isola di Paxos. La conosco sin dal 2006. Il mio primo ancoraggio in terra greca e forse il primo ancoraggio notturno per Iside.
Francamente non so come organizzare i miei prossimi giorni di rientro a Brindisi. Avremo per almeno una settimana, venti dai quadranti meridionali, di intensità crescente. Non è il caso di allungare navigando sul lato orientale di Corfù, si allungherebbe di molto. Sul lato occidentale c'è Paleokastrisa, ma come tutti gli altri porticcioli e ridossi lungo la rotta, sono ottimi con venti da nord molto meno buoni con venti dai quadranti meridionali. Ci sarebbe un ancoraggio a nord di Othoni, la baia Fiki. Leggo sul portolano che però il fondo è prevalentemente roccioso. Quindi non mi incoraggia tanto. Così pensando e navigando verso Othoni con un bel venticello da sud ovest che aiutava molto ad avanzare, prendo la decisione di proseguire direttamente verso Brindisi. Tolgo 10 gradi all'autopilota e vai. D'altra parte le previsioni danno un bel rinforzo di scirocco il giorno successivo che creeranno grosse onde nel canale. Meglio evitare.
A metà canale quando mancano ancora 25 miglia a Capo D'Otranto e manca ancora un po’ al tramonto succede una cosa inattesa e sorprendente. Un uccellino salta sulla barca e si appoggia sulla scotta della randa. E' minuscolo e ha il petto giallo. Sembra una cinciallegra. Ma come ha fatto ad arrivare fin qui in mezzo al mare? Forse con un traghetto. Comunque era stanco stremato. Entra nella dinette si aggrappa al piano del gas in cucina e crolla in un sonno profondo. Durante la notte, ogni tanto, scendo, provo a battere le mani, accendere le luci. Ma niente, nessuna reazione. Dormiva profondamente.
Questa notte si sarebbero dovuto vedere le aurore boreali provocate da una rara tempesta magnetica solare che sta avvenendo in questo periodo. In realtà non si sono viste. In compenso miliardi di stelle popolavano la volta celeste sulla mia testa. Avvicinandoci a Brindisi il vento sale di intensità e la navigazione diventa scomoda. Entro nel Marina di Brindisi alle sette del mattino. Gli ormeggiatori mi assegnano subito l'ormeggio definitivo: J24. Tempo di legare la barca, scendo sotto e l'uccellino camminava sul pagliolato. Allora non stava poi così male. Un bel recupero. Scendo sul pontile per attaccare il tubo dell'acqua e al mio rientro in barca non c'era più l'uccellino. E' volato via senza salutarmi....

La mia baia preferita dello Ionio: Lakka (Paxos)L'uccellino che ha dormito fino a BrindisiIo e Iside nel marina di Brindisi