La paura che ci fa quel mare scuro
E che si muove anche di notte
Non sta fermo mai
(Genova per noi - Paolo Conte)

Data

Riassunto

Foto

Limnos

6-7 Agosto

Ultimi giorni a Limnos. Lunedì prendo in affitto una macchina. Due sono i motivi. Volevo andare a vedere le dune di sabbia di Limnos. Paesaggio simile al deserto e rari in Europa. La mattina successiva arriverà Teresa da Roma e la vado a prendere in aeroporto che dista trenta km da Mirina.
Le previsioni parlano di moderato vento da nord/nord est per i giorni successivi. A Mirina ho conosciuto Kvanch, un ragazzo di Istanbul che mi ha dato anche qualche consiglio per la rotta nel mar di Marmara. Anche lui deve andare a Istanbul. Torna a casa. Con lui decidiamo di partire mercoledì mattina e di fermarci a nord di Limnos nella baia Efaistia e giovedì fare la traversata e raggiungere Canakkalè nello stretto dei Dardanelli.
La serata in baia è tranquilla, anche se qualche pensierino sull'indomani mi ha fatto dormire poco. La mattina presto salpiamo l'ancora e superato la punta Plaka a motore, apro le vele e punto sull'imbocco dei Dardanelli. Sono 35 miglia di veleggiata abbastanza sportiva con una o due mani di terzaroli e con una media di 25 nodi di vento. Gli effetti della corrente dello stretto iniziano a farsi sentire già una decina di miglia prima dell'ingresso. Entrati nello stretto si pone subito il problema di attraversare il corridoio riservato alle navi. Pensavo peggio. E' sufficiente aspettare il momento giusto e predere il corridoio in maniera perpendicolare. Come mi aspettavo sul lato sud dello stretto la corrente è minire e quindi nonostante il vento contrario procediamo per diverse miglia senza problemi. Verso Canakkalè, lo stretto si stringe e la corrente porta Iside a proseguire a due nodi. Verso le otto entriamo nel marina di Cnakkalè.

Ingresso dello stretto dei DardanelliDur Yolcu, poema di Onan - Stretto dei DardanelliIside nel marina di CanakkaleCavallo di Troia posto nel porto di Canakkale

Canakkalè

8-12 Agosto

Per quanto riguarda le pratiche di ingresso in Turchia, avevo incaricato Kurt, un agente. In pratica serve fare un transit log valido per tutto il periodo di navigazione in Turchia. Ovviamente occorre il timbro di ingresso sul passaporto, necessario per ogni persona proveniente dall'estero. Infine occorre acquistare una blue card e caricarci sopra un po' di litri per le acque nere. Nessuno viene a vedere se hai o meno il serbatoio e tantomeno della capacità dichiarata!
Purtroppo il vento forte contrario insiste per diversi giorni e ci tocca rinviare la partenza dal marina. Tutti continuano a dire che un vento così forte, di durata così lunga è un evento del tutto eccezzionale: mai visto. Come al solito arrivo io e cambia tutto!
Fortunatamente si tratta di un posto gradevole con cose da vedere di molto interesse. Dopo una giornata di meritato riposo e di piccoli preparativi della barca, decidiamo di andare a vedere il sito archeologico di Troia e relativo museo. Devo dire che ne vale veramente la pena. Dista circa trenta km da Canakkalè. E' possibile raggiungerlo con il servizio bus che parte vicino al ponte principale del fiume di Canakkalè.
Il giorno successivo prendiamo il traghetto e passiamo sul lato opposto e cioè sul lato europeo dello stretto. Qui si gode di un panorama bellissimo e si può visitare un castello-fortezza costruito dagli ottomani, a difesa dello stretto. La struttura è molto imponente e comprende una serie di sale di esposizione nelle quali vengono documentate le tecniche costruttive e di difesa del castello e lo stile di vita di quei tempi. Non sono mancate camminate nel bel centro cittadino e la sua collina posta a nord e qualche cena con i nostri amici Kvanch e Iota, la sua amica greca che lo accompagna ad Istanbul.

Sito archelogico di TroiaSito archelogico di TroiaCastello di KilitBahir, a difesa dello stretto

Cardak

13 Agosto

Stando alle previsioni, il vento dovrebbe scendere di poco oggi, e nei giorni successivi la situazione nel mar di Marmara dovrebbe migliorare. Stufi di star fermi in un marina che soffre di un moto di risacca non affatto piacevole, lasciamo, presto la mattina, Canakkale e risaliamo lo stretto dei Dardanelli. La corrente, in questo secondo tratto dello stretto, diminuisce continuando con una velocità di un nodo circa. Tra corrente e vento, che nello stretto subisce un effetto 'imbuto', non si fa più di 3 di nodi. Pensavo di trovare meno onde nello stretto, invece con il vento reale sopra i 25 nodi si formano e come. Le onde avverse rallentano la mia piccola Iside. Verso le due, dopo circa 20 miglia, arriviamo all'ancoraggio davanti al paesino di Cardak. Il posto offre un buon ridosso. Bisogna stare attenti a non finire sulle secche di sabbia create dalle eliche dei traghetti. Ne abbiamo prese ben due. Fortuna che in questi casi si va lentamente e che si tratta di sabbia. E' stato sufficiente ingranare la retromarcia per uscire. A questo punto abbiamo optato per una posizione più distante sui 6 metri. Il fondo è ovunque sabbia, ottimo tenitore.
Il vento continuerà per tutto il giorno sui 25 nodi e si calmerà solo a notte fonda. Verso mezzanotte ci raggiunge Kivang con il quale abbiamo condiviso tutte le tappe da Limnos a Istanbul. Lui ha preferito navigare sul tardi con vento più calmo, conosce bene lo stretto, io no. In questi casi preferisco navigare di giorno. Prima di andare a letto in cabina ci diamo appuntamento a Kumbag sulla costa nord del mar di Marmara.

Rada per ancoraggio Cardak

Kumbag

14 Agosto

Il vento questa mattina non è molto forte e la sua direzione è giusta per aprire la randa e andare con l'andatura di bolina per aiutare il motore che rimane un ausilio necessario. Una volta attraversato il corridoio delle navi nel suo punto più stretto prima di lasciare i Dardanelli, tiro su la randa e procedo costeggiando il lato nord del mar di Marmara. Il mar di Marmara non è un bel mare, è sporco. E' pieno di meduse e ci si trova di tutto, dai pezzi di cima alle buste di plastica. I turchi danno la colpa ai grandi fiumi che si riversano nel mar Nero, in particolare il Danubio. Non oso pensare come era anni fa, visto che dicono che la situazione sta migliorando. Verso mezzogiorno il vento si ferma, ammaino la randa e procediamo a motore fino a vedere Kumbag, piccolo borgo di pescatori prima del grande porto di Tekirdag. Questo è un'altro di quei posti dove il Gps non riporta. Se lo segui, invece di entrare nel porto ti trovi davanti a un cantiere. Meno male che la barriera frangiflutti del porticciolo si intravede bene e ci permette di entrare nel porto. Il portolano indicava di ormeggiare in un posto che troviamo pieno di barche di pescatori. Dopo un po' di chiamate a voce, un signore mi indica di mettermi di fianco all’unica grande motopesca presente nel porto. Kivang me lo aveva detto, vedrai che ti tocca attaccarti ad una barca. Tra l'altro, anche loro hanno il fermo pesca ad Agosto e quindi nessuno esce. Il pescatore 'giustamente' mi chiede 50 lire turche per il favore! Due ore dopo arriva Kivang con la sua barca Karamel e si attacca in andana a lato di Iside. Nel frattempo noi avevamo fatto un giretto nel paese per comprare un po’ di frutta. A dire il vero ci è sembrato abbastanza desolante e misero. Kivang mi chiede se vogliamo far cena insieme sulla sua barca. Bellissima idea rispondo. Io preparo un po' di pasta al pomodoro e porto una bottiglia di bianco fresco. Lui prepara dell'agnello, insalata e una piccante zuppa di fagioli. La serata prosegue allegramente in ottima compagnia.

Cena in Barca di Kivang a KumbagIside in navigazione fotografata da Kivanc

Istanbul

15-23 Agosto

Kumbag – Istanbul è il tratto più lungo: 72 miglia. Ho detto a Kivang che sarei voluto partire presto e lui mi ha detto che sarebbe partito con me, per cui nessun problema per uscire. Il vento inizialmente debole, si manterrà sostenuto tutto il giorno da nord est, la rotta 85 gradi. Quindi bolina. Iside è un fenomeno con il vento ma patisce le onde. Per cui inizialmente mi son lasciato dietro Karamel che è un 38 piedi ma dopo la formazione delle onde, Kivang ci saluta definitivamente. Arrivati in vista di Istanbul bisogna attraversare l'area delle navi ancorate e poi il corridoio di navigazione del Bosforo che è trafficato non solo dalle navi cargo ma anche dai traghetti. L'attenzione deve essere massima. Inoltre a oriente si preparano anche nuvoloni neri e minacciosi. Fortunatamente come avviene in generale le perturbazioni si spostano in direzione sud orientale e a noi rimane solo un’innocua nuvolosità. Arriviamo al marina di Kalamis gestito da Setur Marina poco prima delle 8. Troviamo una situazione quantomeno disorganizzata. Avevo scritto due giorni prima un'email con relativa successiva risposta affermativa, nella quale confermavo come da prenotazione, il mio arrivo. Nessuno sapeva niente. Dopo un po' di tempo di attesa alla fine ci sistemano in una posizione accettabile. Il problema di viaggiare in Turchia è che incontri poche persone che parlano un minimo di inglese e quindi ti parlano in turco! Inoltre si ha sempre la sensazione che se ne vogliono approfittare. Mi avevano mandato un'offerta che io avevo confermato e loro pure. Invece trovo la sorpresa. Il prezzo non è più quello! Dopo una breve ma accesa discussione con il direttore mi viene applicato il prezzo dell'offerta. I giorni successivi li passiamo a visitare Istanbul e non vi sono dubbi che si tratta di una delle città più belle del mondo. Dal marina con pochi passi a piedi si raggiunge la fermata del treno Marmaray che collega la parte asiatica alla parte europea della città passando nel tunnel sotto lo stretto del Bosforo. 15 minuti e si è nel cuore della vecchia Bisanzio. Istanbul tanto antica e tanto moderna. Una città multietnica, mutireligiosa e tollerante. Ognuno veste come vuole all'insegna del rispetto reciproco. Un città musulmana dove però ci sono anche tante chiese cattoliche, sinagoghe e chiese ortodosse. E dove trovi anche seguaci del buddismo come Kivang. Grande Istanbul. Arrivo a IstanbulArrivo a Istanbul, vista dal mareArrivo a Istanbul, poco prima del marinaVista sul BosforoIstanbul
Asmali - Isola di Marmara

24 Agosto

Teresa è partita ieri dall'aeroporto Sabiha che si trova sulla parte asiatica di Istanbul. Nessun problema per raggiungerlo. Marmaray fino a Bostanci dove un bus porta all'aeroporto. Domattina presto lascio anche io Istanbul. Una navigazione solitaria che mi riporterà in Grecia, fino a Rodi. Tempo di far cambusa e dare una pulita alla barca ed è sera. Le prime ore di navigazione sono sotto una cappa di foschia. A Istanbul c'è molta umidità. Dopo mezzogiorno arriva il solito vento teso da nord est che mi spinge di gran lasco verso l'isola di Marmara. La mia destinazione è Asmali, un paesino a sud est dell'isola. Avvicinandomi ho l'impressione che sia un bel posto. Infatti dentro al porto, sul molo (al contrario di quanto dice il portolano) non ci sono pescatori ma c’è spazio sufficiente per più barche in transito. Vengo accolto da persone che vogliono aiutarmi, tra i quali c'è un ristoratore che mi invita a prendere una birra. Tempo di sistemare le cose in barca ed eccomi seduto con lui e un suo amico. Un giornalista che per un periodo è stato in carcere accusato di terrorismo dal regime di Erdogan. Un giornalista anziano, che ormai scrive solo su internet e che vive da tre anni solitario in barca in questo piccolo porto. Strana conversazione tra noi tre. Grazie al ristoratore che conosceva il tedesco e mi traduceva dal turco. La lingua straniera più parlata in Turchia è il tedesco. Ricordo che a fine anni sessanta erano 5 milioni i lavoratori turchi in Germania. Molti di loro sono tornati e hanno aperto delle attività. Prima di tornare in barca, il ristoratore mi informa che dormirò male la notte perché c'è stato un matrimonio in paese e suoneranno in piazza fino all'una. Pazienza! Iside ormeggiata al marina Kalamis - IstanbulIside ormeggiata ad Asmali - Isola di MarmaraIsola di Marmara. Sullo sfondo il porto omonimo
Canakkale

25-26 Agosto

La mattina parto presto dopo una notte quasi insonne. Il poco vento del mattino mi permette di allontanare comodamente Iside dall'ormeggio all'inglese. Fino all'imbocco dello stretto dei Dardanelli mancano 45 miglia. Il vento è debole e quindi il motore è necessario. La corrente è ancora debole ma aiuta. Riesco a fare sei nodi. Il vento diventa teso sui 20 nodi e oltre solo nello stretto, dove non è possibile andare a vela. Godo comunque di quello che può fare sulla barca senza vele. L'effetto combinato con la corrente che cresce man mano che lo stretto si stringe fa si che le rimanenti 20 miglia li faccio in 3 ore circa. Alle sei del pomeriggio entro nel marina di Canakkale dove mi aspetta l'ormeggiatore che avevo avvisato un'ora prima. Tutti cercano di aiutarmi ad ormeggiare con 25 nodi di vento tipici di questo posto. Iside come al solito fa la sua bella figura. Terminata la manovra mi chiedono da dove vengo e dove vado e si complimentano per il mio coraggio di andare per mare da solo.
Per quanto riguarda la pratica di uscita, premetto che ne ho sentito di tutti i colori su come e cosa fare. Il problema di navigare in Turchia è che quasi nessuno parla inglese. Sembra banale, ma l'impossibilità di comunicare è un problema. Mi chiama l'addetto al marina per la registrazione e il pagamento. Io gli chiedo dove si trova l'ufficio per poter fare la pratica di uscita. Lui dice che fanno tutto in sede, è sufficiente che pochi minuti prima vada in ufficio, e loro chiamano polizia, dogana ecc. e tutto si fa lì in poco tempo. Io insisto mostrandogli il transit log e ripetendo che quello lo devo chiudere e/o restituire. Ancora insisto dicendo che io devo partire presto alle 6 del mattino. Lui conferma che il servizio di uscita funziona 24/24.
La mattina del 26 mi presento alle 6 in ufficio e trovo una guardia e il responsabile del Marina. Quest'ultimo inizia a scrivere la ricevuta di pagamento. Io a voglia a dirgli ' I have paid, I have already paid...'. Lui continuava a scrivere. A quel punto tiro fuori la ricevuta e glie la mostro, nel frattempo aveva finito di scrivere, e solo allora capisce che deve annullare la nuova ricevuta! A quel punto gli dico che può chiamare gli ufficiali per timbrare i documenti e andar via. E con grande sorpresa mi fa capire che prima devo andare a chiudere il transit log alla guardia costiera, che apre alle 8.30. Dicendomi che l’avrei potuto fare il pomeriggio prima! E così alla fine mi è toccato trovare l'ufficio della guardia costiera. Questi molto gentili, mi hanno offerto anche un tè (mai successo in nessun ufficio di guardia costiera), e senza fretta, mettono i timbri necessari. Solo dopo il marina può chiamare dogana e polizia di frontiera per fare i controlli di uscita. In conclusione riesco a lasciare Canakkale alle dieci per godermi finalmente la forte corrente che mi porterà via dallo stretto dei Dardanelli. Arrivederci Turchia.
Nave cargo nello stretto. Nei tratti larghi sono molto distantiScendendo dalla collina di Canakkale. Il marina in fondoIside uscendo dallo stretto ha raggiunto 9.8 nodi di velocità!Classico insediamento turco. Array di scatole senza piazze, senza lungomare!